La scadenza e il termine minimo di conservazione
Questi riferimenti temporali, che informano il consumatore sulla vita del prodotto, non sono casuali o riportati per consuetudine, ma nascono da una complessa valutazione di numerosi elementi che il produttore deve considerare per garantire la qualità globale dell'alimento. In primis quella igienico-sanitaria, che condiziona fortemente anche gli altri aspetti del prodotto, comprese le qualità organolettiche, come il sapore e l'aroma.
La scadenza è la data entro la quale il prodotto alimentare deve essere consumato, è indicata con la dicitura “da consumarsi entro” seguita dalla data oppure dalla indicazione del punto della confezione in cui è riportata.
Il termine minimo di conservazione è la data entro la quale il prodotto alimentare conserva tutte le sue proprietà specifiche, è indicato con la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” seguita dalla data oppure dalla indicazione del punto della confezione in cui è riportato.
Il fabbricante è responsabile della scelta tra scadenza e termine minimo di conservazione e della loro durata. Salvo disposizioni di legge che prescrivano obbligatoriamente la scadenza (come accade, ad esempio, per il “latte fresco pastorizzato” e per il “latte fresco pastorizzato di alta qualità” è il fabbricante a stabilire i termini temporali sulla base di valutazioni scientifiche, come previsto dalla normativa comunitaria.
In evidenza
Per il “latte fresco pastorizzato” e per il “latte fresco pastorizzato di alta qualità” è obbligatorio evidenziare in etichetta l’origine o la provenienza del latte crudo utilizzato come materia prima? In virtù di tale obbligo, in etichetta potrà figurare o la dicitura “Zona di mungitura …” oppure “provenienza del latte …” seguita dal riferimento territoriale cui fanno capo gli allevamenti di origine del latte impiegato.
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