La vitamina 'del sole'
C’è davvero molto interesse intorno alla vitamina D perchè, oltre a stimolare l’assorbimento del calcio e del fosforo a livello intestinale e a contribuire ad
una adeguata mineralizzazione ossea, è coinvolta in numerosi altri processi.
Inizialmente a richiamare l’attenzione è stata l’osservazione che coloro che
vivono in paesi situati alle latitudini maggiori presentano un rischio più elevato
nei confronti di varie malattie quali ipertensione arteriosa, sclerosi multipla,
diabete di tipo 1 ed alcuni tumori, inclusi quelli della prostata, del colon e della
mammella.
E' stato ipotizzato che quanto osservato in queste popolazioni possa essere
dovuto ad una minore esposizione ai raggi UV e quindi anche ad una
minore produzione di vitamina D che, oltre ad essere introdotta con la dieta
(alcuni prodotti lattiero caseari sono fra le poche fonti alimentari significative),
può essere sintetizzata a livello della cute a partire da un precursore
grazie appunto all’azione della luce solare.
La possibilità che questa vitamina estenda i suoi effetti fisiologici ben oltre
il tessuto osseo, trova una giustificazione nella presenza di recettori della
vitamina D nella maggior parte, se non in tutte, le cellule dell’organismo e in
evidenze sperimentali che hanno dimostrato che questa vitamina è coinvolta
nella regolazione dei processi di proliferazione e differenziazione cellulare
ed esplica una azione antiproliferativa in molti tessuti, comprese le cellule
tumorali in coltura.
La ricerca in questo campo è molto attiva e permetterà di avere, in un
prossimo futuro, un quadro più chiaro.
La carenza di vitamina D
è piuttosto diffusa, in particolare fra gli anziani che più facilmente ne introducono
bassi livelli con la dieta e che diminuiscono la loro esposizione alla luce
solare nonché la capacità di sintesi endogena.
Anche l’obesità è spesso associata con carenza di vitamina D. Al riguardo
è stato evidenziato che, indipendentemente dal fatto di essere assunta con
gli alimenti o ottenuta grazie alla esposizione alla luce solare, la vitamina D
viene efficacemente stoccata nei grandi depositi adiposi divenendo non biodisponibile:
questa potrebbe essere la ragione per cui le persone obese sono
cronicamente carenti di vitamina D.